Protagonisti Antonio Galanti e gli organisti Basilica Sagrada Familia e Abbazia Westminster di Londra. Gli eventi musicali in agenda sabato 5, 12, 19 giugno 2021 (ore 21.15).

Pietrasanta capitale internazionale della musica organistica. Torna a giugno, dopo lo stop dello scorso anno, il Festival Internazionale “Città di Pietrasanta” promosso dalla Collegiata di San Martino con il patrocinio del Comune di Pietrasanta e della Regione Toscana. Per la rassegna si tratta della seconda edizione. La Direzione Artistica è a cura di Lorenzo Ancillotti.

Tre gli appuntamenti (inizio ore 21.15 ad ingresso libero) al Duomo di San Martino: sabato 5 giugno con Antonio Galanti, uno dei massimi interpreti italiani, applaudito anche come compositore e proprio anche in questa veste si renderà protagonista della serata, proponendo un programma che prevede una serie di sue composizioni dedicate al grande strumento di Pietrasanta.

Il secondo appuntamento, sabato 12 giugno, vedrà sedere alla console il giovane e talentuoso organista spagnolo Juan de la Rubia, titolare presso la Basilica de la Sagrada Familia di Barcellona che offrirà un programma dedicato alla musica francese, italiana e spagnola, dal periodo barocco al ‘900. L’appuntamento conclusivo, previsto per sabato 19 giugno, accoglierà James O’Donnell, celebre nome del concertismo internazionale che deve parte della sua notorietà al fatto di ricoprire, da oltre vent’anni, il ruolo di organista e maestro di cappella dell’Abbazia di Westminster a Londra. Sul grande organo pietrasantino affronterà un programma eclettico, con particolare riferimento alla musica contemporanea e all’improvvisazione su temi suggeriti dal pubblico.

Locandina del Festival

L’iniziativa nasce nel 2019 con la finalità di valorizzare il nuovo grande organo a canne che la ditta Chichi di Vinci (FI) ha realizzato per il Duomo cittadino: autentico capolavoro di artigianato e tecnologia per uno strumento a trasmissione elettronica, dotato di 54 registri, distribuiti su tre tastiere, per un totale di 2.700 canne. Grazie ad un’articolazione in tre differenti corpi, il maggiore in contro-facciata, uno dietro l’altare maggiore e uno nel transetto di destra, lo strumento riesce a raggiungere ogni spazio della chiesa, creando un effetto stereofonico molto coinvolgente per l’ascoltatore. Anche l’impatto visivo non è da meno e sicuramente non lascia indifferenti la maestosa console, ubicata nei pressi del presbiterio, dalla quale l’esecutore governa con disinvoltura una macchina tanto complessa. Particolarmente degna di essere ammirata è la mostra in contro-facciata, le cui alte canne in stagno vanno a incorniciare il celebre rosone marmoreo, secondo canoni costruttivi tipici delle prestigiose scuole mitteleuropee. Le dimensioni e gli accorgimenti tecnici di cui è dotato lo strumento gli consentono un totale eclettismo, dalla musica del medioevo, ai linguaggi più estremi della musica contemporanea, dalle improvvisazioni in tutti gli stili, alle trascrizioni orchestrali, così come si presta agevolmente anche a duettare con solisti e ensemble vocali e strumentali.

“Questo strumento, tanto moderno e prezioso, è un’indubbia occasione di orgoglio, non solo per la nostra parrocchia, ma per tutta la città e il territorio. Inaugurato nel novembre 2018 si è imposto all’attenzione di moltissimi esperti ed appassionati che frequentemente chiedono di poterne saggiare le qualità e noi riteniamo il festival la vetrina più indicata per una vera e propria opera di divulgazione nei confronti dell’organo e della musica ad esso dedicata – afferma il parroco Mons. Stefano D’Atri – Siamo consapevoli di vivere da più di un anno una quotidianità diversa rispetto a quella alla quale eravamo abituati, ci rendiamo conto dell’incertezza che contraddistingue ogni istante di questi giorni, ma abbiamo ritenuto opportuno rimboccarci le maniche e impegnarci per offrire alla città dei preziosi momenti di musica e bellezza. Fortunatamente i sostenitori, che non cesserò mai di ringraziare, hanno compreso e condiviso il nostro messaggio”.

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